9 marzo 2025.
“Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo.” (Lc 4, 1-4)
Il mondo e il diavolo sono generosi nel suggerirci tentazioni che ci allontanano dalla strada di Cristo, dalla strada dell’amore. Tentazioni che sono sempre attrattive perché se non fosse così sarebbe molto facile e perfino spontaneo rifiutarle.
Ci sono molte tentazioni e, forse, ognuno ha le sue particolari, lo stesso che si hanno determinate virtù. Spesso ci sono anche difetti che sono uniti alle virtù: le persone nervose normalmente sono molto attive e le tranquille tendono ad essere pigre; le persone che scoppiano e hanno degli sfoghi eccessivi perché hanno un temperamento forte tendono ad avere un buon cuore e a non serbare rancore, mentre quelle che controllano meglio il loro carattere spesso ci fanno i conti più tardi. Per questo non dobbiamo allarmarci per soffrire tentazioni ma dobbiamo lottare per non caderci, allo stesso tempo che dobbiamo sfruttare la parte positiva del nostro modo di essere, del modo di essere di ognuno. Non dobbiamo dimenticare quella vecchia massima che esprime con saggezza un principio basilare della morale cattolica: “Una cosa è sentire e un’altra è consentire”, il che non vuole dire che abbiamo il via libera per giocare con il fuoco.
Però c’è una tentazione che oggi è molto frequente: quella di lavorare fino all’esaurimento senza nutrirci di motivazioni che ci aiutino a recuperare le forze che consumiamo nel lavoro. Ci sono molte persone che danno sé stesse e che un giorno scoprono di essere vuote. Darsi è una forma di riempirsi, certamente, ma questo si produce soltanto quando si fa per amore a Dio. Non cadere nella tentazione dell’attivismo è l’obiettivo di questa settimana.
Obiettivo: Pregare di più per lavorare meglio. Cercare in Cristo l’aiuto di cui abbiamo bisogno per poter amare come Egli ci ha insegnato, per rifiutare le tentazioni.