1 giugno 2025.
Ed aggiunse: Così sta scritto: «il Cristo doveva patire e il terzo giorno risuscitare dai morti; nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati. Voi sarete testimoni di tutto questo, cominciando da Gerusalemme». (Lc 24, 46-48)
La celebrazione liturgica dell’Ascensione del Signore ai cieli ogni anno ci offre l’occasione per ricordarci che siamo arrivati alla maggiore età. Gesù passò per il mondo facendo il bene. Fece la sua parte e la fece perfettamente ma Egli né può né vuole farle tutto con i suoi miracoli. Desidera che noi collaboriamo con Lui nella costruzione del Regno di pace e giustizia che Lui venne a instaurare. In qualche modo ha bisogno di noi. Ha bisogno che noi siamo “testimoni del suo amore”, i suoi testimoni in mezzo al mondo. Ha bisogno che ci comportiamo come adulti e che siamo il suo prolungamento vivo nella terra per portare avanti la sua opera. Sentirci così, cercare di vivere così, come suoi testimoni, è l’obiettivo della “parola di vita” di questa settimana.
Per farlo, dovremo chiederci in ogni circostanza: “Come farebbe Cristo?” Cosa devo fare per non screditare il suo nome poiché tutti sanno che sono cristiano?
Ci saranno momenti in cui dovremo stare zitti e contenere il nostro carattere, la nostra voglia di urlare. Invece, in altre occasioni, dovremo parlare per non occultare la nostra fede o per difendere quelli che sono oppressi. A volte dovremo lasciare delle attività, anche apostoliche, per occuparci di più della nostra famiglia, mentre in altre occasioni dovremo assumerci la responsabilità del servizio al prossimo o alla Chiesa però sempre dovremo amare, in modo che la gente, vedendoci, dica: “Ecco un cristiano, un “Cristo vivo”, un vero seguace di Cristo”.
Obiettivo: In ogni occasione chiedermi cosa farebbe Cristo se fosse al mio posto e agire in modo tale da innalzare il nome di Cristo, il nome di “cristiano”.